Gratitudine e riconoscenza. Sono le due parole che affiorano dalla Conferenza Episcopale Italiana verso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo il suo discorso di fine anno, specialmente per quanto riguarda la tematica della situazione delle carceri e del loro sovraffollamento. “E’ un’occasione – scrive il presidente monsignor Matteo Zuppi – per rinnovargli la nostra riconoscenza per il suo servizio di custode e garante della democrazia e dei valori della nostra Repubblica e dell’Europa, lo ringraziamo in particolare per avere ricordato le tante povertà che segnano il nostro tempo e le nostre comunità e tra queste la drammatica situazione che impone un ripensamento radicale del sistema penitenziario”. La Cei ricorda che, nei 189 istituti penitenziari italiani, vi sono attualmente 61.246 persone contro una capienza che dovrebbe essere di 51.230 posti. “Serve uno sforzo collettivo – prosegue Zuppi – per assicurare condizioni dignitose a quanti vengono privati della libertà e per offrire percorsi adeguati perché la detenzione sia un’occasione di rieducazione e redenzione, per garantire sicurezza vi è bisogno di giustizia, non di giustizialismo. Esistono misure alternative che, oltre a prevenire la reiterazione di un reato, salvaguardano l’umanità e favoriscono il reinserimento nella società , se ben proporzionate e gestite con saggezza, sono in grado di produrre un cambaimento e di guardare al futuro”. Il presidente della Cei qualifica tutto questo come “dovere costituzionale e, per i cristiani, un atto d’amore”. Il cambio di passo esige però, aggiunge, “strumenti e finanziamenti mirati ed efficaci, lavoro , collaborazione degli enti locali e dell’amministrazione penitenziaria”. Invitando a valutare la situazione dei detenuti “senza pregiudizi e distorsioni”, Zuppi conclude sottolineando, a ripresa delle parole di papa Francesco, la necessità di “mettersi in ascolto e dare dignità al grido degli ultimi , camminare con i fratelli che hanno sbagliato con amore”.
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